Il bambino e l’attesa del Natale
Educare I bambini all’attesa e al desiderio!
Chi non ricorda i giorni di preparazione al Natale quando si era piccoli?
La letterina, le continue raccomandazioni “Fai il bravo, altrimenti Babbo Natale non ti porta niente!”, la sensazione di essere spiati ora dalla finestra ora dal camino, e poi l’attesa infinita “Ma quando arriva Babbo Natale?”. Lunghi i giorni e ancora più lunga e infinita la notte di Natale.
Uno spot di qualche anno fa mostra un bambino in attesa del Natale: il bimbo è nervoso, impaziente di fare felici i genitori quando consegnerà il suo dono. Il suo attendere è intenso, nuove emozioni diverse e mostra un’attesa che alimenta il piacere del dono: una gioia per entrambe le parti, chi riceve e chi dona.
Qual è il ruolo dell’attesa nel nostro tempo? In questi anni “che non sanno aspettare”, fortuna che ci pensa ancora Babbo Natale!
Il Natale, infatti, è anche il sapore dell’attesa, il momento di convivere con il desiderio e, perché no, anche con la sgradevole sensazione di frustrazione che l’accompagna: una frustrazione non sempre negativa, anzi. Nei bambini questa frustrazione si palesa nei “capricci”, ai quali oggi si cede quasi sempre subito: i nostri bimbi non si devono nemmeno più scomodare a versare una lacrima!
I genitori spesso giustificano questi continui cedimenti con la vita frenetica a cui sono sottoposti: come a dire che ci sono stress a cui è impossibile sottrarsi e altri che si possono risolvere con un semplice “Sì!”. In realtà, l’idea di base è che i bambini non devono star male, non devono avere l’idea di poter perdere.
Ebbene, questa nostra ansia non premia nessuno. Tante concessioni non rendono più felici o sereni i bambini; possono rendere più semplici alcuni momenti nell’immediato, ma non insegnano e non educano a molto, se non che le cose devono essere facili e che urlare forte aiuta a raggiungere quello che si vuole…peccato che questo i bambini lo sanno già molto bene!
Uno dei primi apprendimenti del neonato riguarda l’associazione tra pianto e seno materno/biberon, quindi tra pianto e soddisfazione del proprio bisogno: i bambini fanno ciò che conoscono, piangono e urlano per ottenere ciò che vogliono; è compito di noi adulti insegnar loro cose nuove, come imparare ad aspettare, ad accettare un “NO!”, a posticipare il momento del soddisfacimento.
Permettere tutto insegna una cosa sola: tutto è permesso! Banale, ma vero. Quello che arriva ai bambini è che non ci sono argini a contenere, ed è questa forse l’unica frustrazione a cui faremmo bene a non sottoporli.
La fatica di far vivere ai bambini un poco di sana frustrazione, ci racconta di genitori che abdicano lasciando il comando ai figli. Ci si dice che è per proteggere il bambino, in verità si protegge l’adulto dal sentirsi in colpa per non avere la pazienza, il tempo, la forza per fermarsi ad ascoltare cosa davvero il bambino sta chiedendo. Perché se li “proteggiamo” da un possibile “NO!”, o anche solo da un “Non Ora”, quello che gli insegniamo è la non tolleranza del rifiuto.
E così il Natale diventa un’occasione preziosa, per grandi e piccini, di educazione all’ascolto del desiderio e al piacere dell’attesa: invitiamo i nostri figli a non scrivere liste interminabili di oggetti inutili, ma aiutiamoli ad ascoltare i loro desideri, facciamo sì che imparino a scegliere a cosa rinunciare e a cosa dare priorità, in modo da aiutarli ad apprezzare veramente ciò che si riceverà in dono; mentre noi adulti potremo finalmente godere, in un’occasione come quella del Natale, di essere riusciti a metter da parte quel fastidioso senso di colpa (“chissà se poi ci rimane male!”) e le nostre dannose ansie che, troppo spesso, ci portano così lontani dall’essere Genitori.
L’attesa, che permette di assaporare il desiderio, è un dono importante, aiuta a crescere e a tollerare che non sempre le cose vanno come vorremmo nell’immediato, che ci sono alternative e che a volte non ce ne sono affatto e bisogna accettare quello che non possiamo cambiare.
Impariamo l’attesa, concediamoci la sorpresa, accettiamo di dire, o sentirci dire, qualche no. I bambini impareranno così da noi un mondo reale in cui sarà più semplice, per loro, poter trovare il proprio spazio. Non è questo forse il dono più bello da far trovare sotto l’Albero???
Anche Winnie The Pooh sosteneva che “Il momento più felice della vita coincide con il secondo prima di mettere in bocca il miele. Quel secondo non è secondo a nessuno!”. E allora… buon tempo di attesa!
Novembre 2014
Dr.ssa Del Vecchio Melania